Raffaele viviani

Al civico 14 di Via Viviani nel Borgo Antico di Castellammare di Stabia, dove è nato, si può ammirare un murales dedicato a Raffele Viviani. Il famoso autore stabiese seduto su uno sgabello, si guarda allo specchio di un camerino, ma la sua immagine appare diversa da quella reale. Sul ginocchio c’è una maschera e tante altre giacciono ai suoi piedi, forse già indossate o forse ancora no.

Viviani nacque a Castellammare di Stabia nel 1888. Scrisse 67 testi teatrali, 25 adattamenti e 220 componimenti per il varietà. La prima pubblicazione del suo teatro si deve a Ettore Novi: Viviani. Trentaquattro commedie scelte da tutto il teatro di Raffaele Viviani con la sua compagnia, creò un nucleo fisso di attori (scelti, non a caso, tra le fila del varietà e tra i ‘nuovi alle scene’) che addestrò al suo teatro. Un gruppo stabile che rimase con lui fino alla fine e che costituì una delle sue forze d’autore: la compagnia funzionava come il suo laboratorio mentale, i suoi attori, che tecnicamente conosceva come sé stesso, erano materiali sui quali costruire le sue drammaturgie, giocate, queste ultime, su un doppio livello: all’esterno una confezione classica, eseguita nel rispetto dei canoni imposti dal genere, all’interno un tarlo che ne rosicchiava i contorni stravolgendone le funzioni.

Fuori la drammaturgia dell’azione, classica della prosa; dentro quella dell’attrazione, tipica dell’energia sintetica del varietà. Raffaele Viviani morì il 22 marzo 1950. Ma il suo teatro è rimasto al teatro italiano ed europeo come un’autentica eredità.